Publisher's Synopsis
C'è tanto Kafka in questi racconti di Giovanni Nello Franchi. E anche rimandi a Poe, Buzzati, Orwell, solo per citare alcuni dei grandi scrittori che qui troviamo ad esergo di ogni storia. Autori a loro modo carichi di quel "mistero" senza il quale la letteratura perde valore e la vita stessa significato.
Una voglia e una capacità innate di sondare quella "terra di mezzo" tra realtà e mistero, concretezza e immaginazione che affascina il lettore anche per una sottile venatura ironica capace di sdrammatizzare con garbo le trame.
Del resto, il titolo "Restlessness", raffinato termine inglese che richiama il senso di inquietudine, prosegue proprio con "inquietudini quotidiane a piccole dosi", quasi una formula omeopatica scelta con arguzia, come a voler introdurre una irrequietezza controllata, messa lì senza esagerare: meglio dormire con un occhio solo chiuso che tenerli entrambi sbarrati e non dormire affatto.
E così eccoci di fronte alle "stramberie", come lo stesso autore le definisce utilizzando un vocabolo che simpaticamente deriva dal greco "storto", del corpo di un uomo senza più i suoi piedi sul quale è impresso un tatuaggio che pare fatto apposta per sviare le indagini, di un "uomo nero" che ci riporta alle improbabili minacce materne della nostra infanzia, di una cravatta acquistata da un improvvisato mercante di strada che stravolge l'esistenza del protagonista, solo per fare tre esempi delle undici storie che compongono questa felice raccolta.
Solo voli fantastici per ingannare il tempo del lettore che non ha voglia di impegnarsi? Sarebbe una lettura, appunto, sin troppo superficiale. Perché nel venditore di membra umane (le proprie), nella vita-non vita dell'uomo qualunque alle prese col Verificatore Imperiale 1023 che ne controlla ogni mossa, nel supermercato dagli scaffali colmi di menzogne si nascondono (ma nemmeno tanto) i drammi della nostra società contemporanea avvolta nell'apparente sicurezza della programmazione quotidiana, dove non c'è posto per l'imprevedibilità perché tutto è già stato programmato, catalogato, deciso.
A rimetterci è sempre la nostra libertà, persino quella di scegliere le vacanze o di vivere (e morire) in santa pace. Franchi, in questi racconti, ci strappa un sorriso, ma ci avverte: se non riusciamo ad impadronirci della scienza, sarà la scienza ad impadronirci di noi. E allora altro che "restlessness" con la fine dell'inquietudine, finirà anche il genere umano come l'abbiamo sempre conosciuto.
"Vi auguro di non essere mai tranquilli" affermava un grande educatore del secondo Novecento: in fondo, il regalo di questi racconti sta tutto lì.