Publisher's Synopsis
L'amara favola albanese di Alberto Fràsher si pone in prima istanza come una testimonianza lucida, misurata e allo stesso tempo di rara intensità dei mutamenti avvenuti in Albania nel corso della dittatura comunista. Tuttavia, la narrazione di que- lla che l'autore definisce un'amara favola non si ferma al resoconto dell'esperienza singolare e tragica di un uomo, in qua- quanto sviluppa considerazioni e meditazioni valide per ogni esperienza del totalitarismo in genere: perdita della libertà e della creatività, sradicamento delle tradizioni, omogeneizzazione dei costumi e delle idee. Nonostante la tragicità degli av- venimenti narrati, Fràsher non si abbandona ad uno scontato pessimismo: la bellezza non può essere scalfita dalle trage- die storiche.
Un bambino cresce nella realtà deludente dei totalitarismi. Osserva, riflette ma non riesce a comprendere le assurdità del suo mondo. Nonostante le difficoltà, il giovane riesce interiorizzare le bellezze della vita, l'amore per il prossimo e l'amici- zia che, insieme, diventano un angolo di paradiso in mezzo all'inferno. Questo nodo torna periodicamente nei momenti più difficili dell'esistenza umana: scoprire e cogliere la bellezza in mezzo all'assurdo è oggi necessario più che mai.
La ricchezza del romanzo L'amara favola albanese, dal punto di vista letterario, è la compenetrazione tra narrazione e ri- flessione. Il rischio dei libri che si occupano di regimi totalitari è lo scadere nella cronaca. L'opera di Frasher, invece, riesce a fare quello che l'arte e la letteratura devono fare: trascendere il particolare in direzione dell'universale. Inserire il dato re- ale in un quadro concettuale per comprendere l'orizzonte oltre l'evento.
L'italiano della sua prosa è fluido e ricco di sfumature. Il ritmo narrativo tiene sospeso il lettore con un forte coinvolgimento emotivo.
Aggiungo quello che, paradossalmente, credo sia il pregio maggiore: il fatto, cioè, che una vicenda simile esuli dai limiti della contingenza storica e diventi in qualche modo universale, ossia di un qualsiasi Paese di una indeterminata epoca. (Dalla recensione di Luca Pignataro, professore di Storia Moderna, Roma)