Publisher's Synopsis
Questo racconto è stato pubblicato in un'edizione speciale in occasione del 51° "Festival della Valle d'Itria" di Martina Franca. Il contesto entro cui si muove l'opera imbastita dall'autore è l'opera lirica. Attraverso undici brevi capitoli, infatti, l'autore propone una miscellanea di personaggi, le cui storie, presto o tardi, confluiscono tutte nella cornice musicale. Si va da Teo (l'io narrante iniziale), critico musicale per la "Rivista del Belcanto", per cui recensisce vari spettacoli d'opera, ma che si occupa anche della stesura di un "nuovo racconto" inerente al suicidio di Tatiana Rosenthal (una psicoanalista russa e attivista della Rivoluzione d'Ottobre, morta suicida), analizzandone una lirica risalente al 1905. Un capitolo è altresì dedicato alla scrittura della "Salomé" di Sinopoli andata in scena alla Fenice nel 2012. Altro personaggio è Jung-su, musicista che viene accusata di comportamenti da "stalker" nei confronti di un direttore d'orchestra. Compare anche Abir, giovane musicista siriano, rifugiatosi a Parigi dove è intenzionato a scrivere un'opera lirica in lingua araba. La vicenda prende le mosse da Teo a Buenos Aires, contattato da Jung-su (messaggi riportati in inglese nel testo), la quale gli chiede aiuto immediato, informandolo di essere costretta in Italia agli arresti domiciliari. Teo rientra in Italia, e durante il Festival si imbatte in un manifesto di cronaca in cui scopre la presunta attività di stalker della musicista ai danni di un direttore d'orchestra. Seguono capitoli in cui le vicende di Jung-su si intrecciano con una serie di ricordi di Teo riguardanti alcune donne della sua vita (Ele, Meryam e Malgorzata). Pian piano si profilano le motivazioni che hanno portato Jung-su a "perseguitare" il direttore d'orchestra: ella stigmatizza il maschilismo imperante nel mondo dell'opera lirica e dichiara di aderire al movimento #MeToo. Il cap. VIII inaugura un nuovo (e improvviso) filone narrativo riconducibile all'attualità sociopolitica: un narratore esterno onnisciente introduce il tema dei profughi siriani incarnato da Abir (e dal suo personaggio femminile, Noura, protagonista dell'opera lirica in lingua araba che sta scrivendo, portavoce delle atrocità provocate dall'Isis dopo l'occupazione della Siria), che trova in Meyram un'amica che lo accoglie in Francia in casa propria. L'epilogo tragico della prima di tale opera lirica, scritta da Abir e andata in scena al Teatro Orphée di Parigi, conclude il racconto, con una riflessione sulle tematiche del terrorismo fondamentalista e della guerra.