Publisher's Synopsis
Gerusalemme, culla nascosta dei Vangeli: una riscoperta radicale delle origini del Cristianesimo
Dopo la riscoperta del Gesù ebreo e, più recentemente, del Paolo ebreo, un nuovo sguardo si posa sull'identità ebraica dei primi seguaci di Gesù. Ma stavolta il focus si sposta sulla loro produzione scritta. Cosa accade se rileggiamo i Vangeli sinottici non come frutto di un lungo processo posteriore, ma come testi nati nel cuore stesso delle prime comunità gesuane di Gerusalemme?
È questa la tesi coraggiosa dell'opera in questione: un vero e proprio ribaltamento di paradigma. I Vangeli non sarebbero il risultato di una fase orale tramandata per decenni prima della stesura, ma l'esito di una redazione precoce, già nei primi decenni del I secolo, all'interno di una scuola scribale gerosolimitana.
Gesù viene qui studiato come figura "testualizzata" la sua memoria, sin dalle origini, sarebbe stata elaborata attraverso codici narrativi e teologici precisi, pensati per la scrittura. Ma non si tratta di negare l'oralità al contrario, la categoria di "auralità" - quella parola che nasce dall'ascolto pubblico di una Scrittura - mostra come oralità e scrittura siano state coessenziali alla vita e all'annuncio kerygmatico delle prime comunità gesuane.
Il modello che ne emerge è potente: un cristianesimo che non nasce dalla diaspora e da una redazione tarda dei testi, ma da un'intensa attività scribale già viva nella Gerusalemme degli anni 30 del I sec. Un'alternativa audace alla visione consolidata, che apre nuove prospettive sul Gesù storico e sulle radici ebraiche del cristianesimo.